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1688-89 - La ''Stanza dei Fiori''

Il nome di quest'ambiente del palazzo deriva dalle decorazioni eseguite nel 1688-1689 dai pittori di fiori Agostino Belleudi e Salvatore Bianco, ora perdute ma ricordate nei documenti. Interventi successivi hanno anche occultato il fregio dipinto con putti, cartigli, volute e girali vegetali, riemerso durante i restauri del 2005. La sala è oggi allestita con moderne vetrine che ospitano una selezione di lavori in microintaglio e la collezione di ritratti in miniatura donate al museo dalla famiglia Bruni Tedeschi.
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1684 - L'Ostensione della Sindone per le nozze di Vittorio Amedeo II con Anna d'Orléans

L'usanza di offrire alla venerazione dei fedeli la reliquia nella piazza del castello, unico spazio che può accogliere l'alta affluenza popolare, è documentata da numerose incisioni e dai dipinti, come quello ben dettagliato di Peter Bolckmann (del 1686). La sposa, con Madama Reale Maria Giovanna Battista e la principessa Ludovica, osservano la piazza gremita di folla, stipata anche sui balconi e sui tetti. Accanto a loro partecipano all'evento Vittorio Amedeo II con i prelati e i dignitari di corte. (Immagine: Peter Bolckmann, Castello di Racconigi)
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1681 - La piazza del Palazzo Reale di Alessandro

Talvolta la piazza del Castello è utilizzata come scenografia, illusoriamente proposta come luogo altro, ma chiaramente riconoscibile da parte degli spettatori come il centro della città: è il caso di una pagina del codice miniato del "Lisimaco", dove la piazza del palazzo reale di Alessandro ha le sembianze della piazza di Torino, fedelmente riprodotta con il palazzo ducale nuovo sullo sfondo e il castello sulla destra. Il "dramma per musica" inaugura l'apertura di un teatro stabile nel palazzo di San Giovanni, il primo Regio eretto dal progetto di Amedeo di Castellamonte. (Immagine: Giovanni Tommaso Borgonio, Biblioteca Nazionale, Torino)

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1678 - Il tempio delle virtù


1678 - Il tempio delle virtù
L'incisione di Giovanni Abbiati su disegno di Gian Francesco Baroncelli ricorda i festeggiamenti realizzati in città per l'anniversario di Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, l'11 aprile. La veduta della piazza ci consegna il suo stato seicentesco, frutto dell'impianto realizzato da Ascanio Vitozzi dal 1612 e caratterizzato da palazzate uniformi di due soli piani al di sopra del portico. Compare inoltre il castello con la facciata realizzata dagli architetti di Castellamonte in due riprese, scandita dalle lesene dell'ordine gigante, in qualche modo determinante anche per il successivo intervento di Filippo Juvarra. (Immagine: Archivio storico, Torino)

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1677-78 - Il corteo funebre in piazza Castello

L'incisione di Georges Tesnière, Giovanni Antonio Recchi e Carlo Giuseppe Cortella fa parte di una serie di tavole che raccontano i cerimoniali funebri voluti da Giovanna Battista di Savoia Nemours per il marito Carlo Emanuele II, morto di febbre malarica il 12 giugno 1675. La tavola con la processione ha per scenario il cuore architettonico della capitale sabauda, la piazza del castello, ed è di grande interesse in quanto ne restituisce l'aspetto prima dell'intervento juvarriano. (Immagine: Archivio storico, Torino)


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1668 - Madama Giovanna Battista

Alla seconda Madama Reale, Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, si deve un'imponente serie di lavori di rinnovamento degli interni che, interrotti dalle vicende belliche che culminano con l'assedio di Torino nel 1706, si concludono con la costruzione della scenografica facciata con lo scalone, opera di Filippo Juvarra, tra il 1718 e il 1721. Lo stile elegante e luminoso delle forme ideate dall'architetto messinese risponde egregiamente alle nuove esigenze di funzionalità cerimoniale.
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1665-70 - Le nozze di Carlo Emanuele II di Savoia con Giovanna Battista di Nemours

Un anonimo ritrattista piemontese immortala i duchi, probabilmente in occasione del loro matrimonio avvenuto il 10 maggio 1665. Sullo sfondo della scena si intravvede una piazza porticata, che potrebbe essere identificata con piazza Castello. In tal caso la coppia sarebbe ritratta all'interno di Palazzo Madama, del quale, però, non si vede che una striscia di pavimento a quadri ed una tenda in velluto arabescato. (Immagine: anonimo ritrattista piemontese, collezione privata)
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1660 - Le nozze di Margherita, sorella di Carlo Emanuele II, e Ranuccio II Farnese, duca di Parma e di Piacenza

Più di uno spettacolo rallegra il matrimonio sabaudo: i più importanti si svolgono sulla piazza e sviluppano il soggetto della contesa fra i fiori, secondo le indicazioni di Filippo d'Agliè. Non ci rimangono testimonianze visive dello scenario progettato da Castellamonte e dipinto dai più importanti artisti attivi a corte. Troviamo, però, il castello raffigurato nel codice di Borgonio, realizzato per il balletto dedicato alla "peregrina Margherita" e danzato nel vecchio palazzo di San Giovanni. (Immagine: Giovanni Tommaso Borgonio, Biblioteca Nazionale, Torino)


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1650 - Le nozze di Adelaide di Savoia con Ferdinando di Baviera

Fulcro del potere politico, la piazza del castello fornisce un vasto spazio per le celebrazioni pubbliche e propagandistiche. In occasione del matrimonio, sono organizzati numerosi spettacoli ricordati dalle fonti per la loro straordinaria magnificenza. Incisioni e dipinti forniscono testimonianza visiva del carosello, per il quale la piazza, con al centro la macchina scenica della "Reggia d'Amore", è trasformata in quinta scenografica dagli interventi degli architetti Lanfranchi, Castellamonte e Morello. La corte osserva dal palco allestito sul poggiolo del Castello. (Immagine: pittore attivo alla corte Savoia, collezione privata)
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Metà del XVII secolo - Il ''Gabinetto Rotondo''

Il piccolo e prezioso spazio, ricavato all'interno della torre romana di nord-ovest, è un punto nodale dell'appartamento allestito a metà secolo per la prima Madama Reale di Savoia, Maria Cristina di Francia. Alle pareti è oggi esposta la fitta selezione di ritratti dei Savoia e dei più importanti personaggi di corte, che ci raccontano le mode e i volti del passato.
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1645 - Il rientro di Carlo Emanuele a Torino

L'8 aprile si festeggia in tutta la città il termine delle lotte che hanno visto opporsi per la successione a Vittorio Amedeo I gli schieramenti filo-francese della reggente Cristina di Francia e filo-spagnolo dei suoi due cognati Tommaso di Savoia Carignano e Maurizio. Nella relazione dell'abate Valeriano Castiglione si ricorda l'entrata in città del corteo, il tributo di vassallaggio a Madama Reale e la serata illuminata dai fuochi d'artificio, preparati dal capitano Bernardino Boetto e sparati nella piazza del castello da una macchina a piramide sormontata da un toro. (Immagine: Biblioteca Reale, Torino)


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1638-40 - La sala del voltone

Con la trasformazione in sala interna al palazzo, per volere di Cristina di Francia, termina la storia dell'antica corte medievale. Per dare maggiore regolarità alla sala, di forma leggermente trapezoidale, e forse anche per esigenze statiche, le facciate interne del castello vengono foderate da spesse contropareti, innervate di lesene e controlesene su cui ricadono le volte a crociera sorrette dai quattro grandi pilastri centrali in pietra di Chianocco. L'ampio spazio ricavato al piano nobile sarà chiamato nel Settecento salone degli Svizzeri e dall'Ottocento è indicato come salone del Senato. E' da ricondurre a questo periodo l'apertura di due finestre ovali nella parete orientale.
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1638 - Madama Cristina di Francia

Nel 1638 Cristina, figlia di Enrico IV di Francia, divenuta reggente a seguito della morte del marito Vittorio Amedeo I di Savoia, elegge il vecchio castello degli Acaia a sua stabile residenza di rappresentanza. Elemento cardine della campagna di lavori da lei promossa è la copertura dell'antica corte medievale a cielo aperto, realizzata dall'architetto Carlo di Castellamonte. In seguito la duchessa progetta il riallestimento e la decorazione delle stanze del suo appartamento, con affaccio privilegiato verso piazza Castello. La grande balconata della facciata diviene così lo scenario per assistere alle feste e alle pubbliche cerimonie promosse dalla corte. (Immagine: Museo Civico di Palazzo Traversa, Bra)


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1633 - L'incontro di Carlo Emanuele I con il re di Francia

Il pittore luganese Isidoro Bianchi illustra, a distanza di oltre un secolo dall'avvenimento, l'incontro del duca Carlo Emanuele I, allora seienne, con il re di Francia sul piazzale antistante il castello di Porta Fibellona. L'affresco nel gran salone del castello del Valentino è di grande interesse perchè pone di fronte a un castello quale appariva agli occhi di un osservatore del 1620-30 circa. Ne ricaviamo una facciata precedente ai primi rimaneggiamenti sostanziali del prospetto, quali s'ebbero dai tempi di Madama Cristina, e un aspetto che rievoca le forme gotiche dei principi d'Acaia abbastanza fedeli all'originale. (Immagine: Isidoro Bianchi, Castello del Valentino, Torino)


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1630-60 - Ricamatore torinese o parigino, Giuppone

L'indumento, detto anche farsetto, è basilare nell'abbigliamento maschile del XVI e buona parte del XVII secolo. La decorazione a nodi e rose di Savoia attesta la provenienza di quest'esemplare dalla famiglia ducale. Acquistato dal museo nel 1892, è in raso di seta ricamato e tela di lino. La severa Prammatica emanata da Emmanuele Filiberto nel 1595 per limitare le eccessive pompe nel vestire proibiva l'uso di tessuti preziosi diversi o di diverse lavorazioni decorative nello stesso capo di vestiario, ma le concedeva per i giupponi. Con l'arrivo di Madama Cristina, l'autorità francese in fatto di moda diventa esclusiva, volgendo le commissioni tessili dei Savoia verso Parigi.
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1628 - La nave della Felicità

Il salone del castello appare ben dettagliato nel perduto disegno di Giovenale Boetto che illustra la macchina scenica utilizzata il 10 febbraio per la festa di compleanno di Cristina di Francia. Sullo sfondo si vedono sette province, allineate al di sotto del soffitto a riquadri corrispondente alla descrizione che anche il letterato Pompeo Brambilla dà della sala. La relazione della festa narra che "Madama Reale fu invitata dalla Felicità a salire sull'imbarcazione che simboleggiava la Fortuna, dove la attendeva un banchetto sontuoso". (Immagine: Biblioteca Reale, Torino)


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1620 - Le nozze di Cristina di Francia con Vittorio Amedeo I di Savoia

L' arrivo di Madama Reale viene accolto con feste magnifiche, scenografie spettacolari e vari intrattenimenti, come il torneo documentato dal dipinto di Antonio Tempesta, di fronte all'antico castello torinese. Molte occasioni saranno, poi, degne di essere festeggiate, inneggiando alle qualità fisiche e morali della duchessa con balletti e caroselli, spesso inventati dal raffinato marchese Filippo d'Agliè, dotato di talento nel campo letterario e musicale. (Immagine: Antonio Tempesta, Galleria Sabauda, Torino)


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1613 - Antonio Tempesta, Ostensione della Sindone il 4 maggio nella piazza del Castello di Torino

L'uso di esporre la reliquia, come segno della magnificenza della corte, viene documentato da quest'incisione, tradizionalmente riferita alla visita del vescovo savoiardo Francesco di Sales. Il padiglione per l'Ostensione, sormontato da un austero baldacchino, è collocato davanti al castello: l'edificio presenta la prima facciata seicentesca, ben nota attraverso il dipinto dello stesso artista del 1620 per il matrimonio di Vittorio Amedeo I e Cristina di Francia e gli affreschi di Isidoro Bianchi del 1633 nel salone del Valentino.

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1611 - ''L'espugnazione dell'isola di Cipro''

Per mettere in scena lo spettacolo acquatico, descritto dallo storico francese Claude-François Ménestrier nel suo "Traité des Tournois", la gran sala del Castello viene riempita d'acqua grazie ad un sofisticato sistema di canali e diviene l'impianto scenografico consueto per questo tipo di spettacoli. Le feste nautiche, dove mostri marini e battaglie navali erano protagonisti, vengono allestite su fiumi e laghi naturali, ma non è insolito che alcuni locali siano appositamente allagati all'interno dei palazzi principeschi. (Immagine:Biblioteca Reale, Torino)

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1608-09 - Il portico seicentesco

Nel primo decennio del Seicento si collocano la demolizione della torre del viretto e la realizzazione di una struttura quadrangolare concentrica al perimetro del cortile. Aperta sui lati est e ovest in corrispondenza dei varchi di passaggio, parrebbe definire un porticato, un passaggio coperto intorno al cortile, che risulta così ridimensionato nel suo spazio a cielo aperto. Se ne conservano solo le fondazioni e poche altre tracce, sulle quali non si riscontrano innesti di un'eventuale copertura, né lignea né voltata.
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1608 - Il matrimonio delle infante Margherita e Isabella di Savoia con Francesco IV Gonzaga duca di Mantova e Alfonso III d'Este duca di Modena

Per l'occasione il Castello viene rinnovato e riccamente addobbato. Una relazione di Pompeo Brambilla, studioso d'araldica, sulle feste che celebrano l'evento descrive accuratamente il soffitto del Moncalvo con l'allegoria dell'Italia e le tele con le province del ducato alle pareti. Molti lavori sono fatti anche nel 1610 per il soggiorno di Margherita e Francesco Gonzaga di passaggio a Torino per recarsi nei territori gonzagheschi di Casale Monferrato. (Immagine: pittore attivo alla corte dei Savoia, ubicazione sconosciuta)
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1605-07 - Le decorazioni di Federico Zuccari nella grande galleria di Carlo Emanuele I

Il passaggio costruito per collegare il castello alla nuova sede ducale diviene luogo privilegiato per accogliere le immagini pittoriche della dinastia sabauda. Il suo abbellimento interno è affidato all'artista marchigiano Federico Zuccari, arrivato a Torino come ritrattista delle principesse di Savoia per il duca di Mantova, e ad un folto gruppo di collaboratori. Durante i lavori di restauro sono emerse minime sopravvivenze delle decorazioni nella Stanza dei Fiori. La Caffetteria occupa oggi la sala dove si innestava l'antico braccio dell'edificio.

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