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Ascia
Ascia
Anno
Anteriore al 1955
Materiali
ferro, legno e pelle
Inventario
399/AR
Dimensioni
Altezza: 24,7 cm Lama, Lunghezza: 32 cm, Larghezza: 26,5 cm
Soggetto
Ascia (kilonda)
Ambito culturale
fabbrica di Vinovo
Descrizione
Ascia da parata a codolo.
Notizie Storico-Critiche
Ascia da parata composta da una lama in ferro e da un manico in legno ricoperto da pelle di rettile. La lama, ampiamente lunata, presenta due punte sporgenti alle estremità e una lavorazione estremamente elaborata. Essa è saldata all'impugnatura tramite tre barre di ferro, due laterali curve e una centrale. Tra le barre sono stati saldati altri corpi di ferro attorcigliato e ricurvo in modo da formare due decorazioni simmetriche a spirali e intrecci simili a quelli che potrebbe assumere una corda annodata. La barra centrale si sdoppia nella parte centrale e presenta quattro volti umani incisi, due su ogni lato. Una linea decorativa di punti punzonati corre lungo entrambi i lati della lama in prossimità del tagliente convesso. I quattro volti e il tagliente presentano una colorazione differente. Il manico, svasato nella parte inferiore, bombato in quella superiore, è rivestito da pelle di rettile.
Questa ascia cerimoniale è di produzione Songye, gruppo che vive in un vasto territorio compreso tra i fiumi Sankuru, Lubilash e Lulaba nell’odierna Repubblica Democratica del Congo. Tale arma viene chiamata anche kilonda, kasuyu o nzappa zap. Quest’ultimo nome (indicato anche come “Zappo zap”) è un termine caduto in disuso utilizzato per indicare il sottogruppo Songye degli Nsapo che aveva una fiorente industria di lavorazione del ferro e del rame e che realizzava questo genere di asce.
La presenza di un rivestimento in pelle e di una lama centrale composta interamente da steli di metallo ritorti rende tale oggetto non funzionale al suo utilizzo, quanto piuttosto un bene di lusso simbolo di potere che poteva assumere forme estremamente elaborate. Essa, infatti, veniva indossata da uomini di rilievo politico, ma anche da specialisti del sacro, membri di società segrete e altri personaggi pubblici che la portavano nel corso di occasioni speciali appoggiata alla spalla sinistra.
Manufatti analoghi presenti in altre collezioni mondiali possono presentare ulteriori lavorazioni. La presenza di forme antropomorfe incise o scolpite è frequente. In alcuni casi, i volti umani sono parzialmente delineati attraverso incisioni sulla lama, in altri, le figure antropomorfe assumono forme più complete. Il manico stesso si può trasformare in una scultura lignea che raffigura una persona a figura intera, mentre la lama diventa simbolicamente la lingua. Per questioni di somiglianza, questi volti incisi potrebbero essere anche rappresentazioni in miniatura delle maschere indossate dai membri della società Kifwebe. Questa società segreta maschile aveva il compito di controllare il comportamento sociale ed era strettamente legata alle manifestazioni del potere dei capi. La presenza di rappresentazioni di maschere kifwebe sulle armi indicava il controllo esercitato dai capi sull’associazione e, viceversa, il loro sostegno al potere politico.
Gli elementi decorativi venivano inseriti per dimostrare l’abilità del fabbro, figura estremamente rispettata nel contesto Songye, valorizzata per le sue conoscenze pratiche e associata a un potere politico-spirituale. Utilizzando tecniche di forgiatura a caldo e a freddo, i fabbri Songye erano in grado di creare manufatti estremamente complessi. Successivamente, la fabbricazione di asce simili calò drasticamente tra il XIX e il XX secolo quando vennero sostituiti da oggetti di importazione europea.
Il bene appartiene al corpus di 185 oggetti donati al Museo da Tiziano Veggia (1893-1957). Veggia lavorò come ingegnere nel Congo Belga per la Compagnie du Chemin de Fer Bas Congo-Katanga (1919-1936) e per l’Otraco (1936-1951), affiancando alla sua attività lavorativa la pratica del collezionismo. Nel maggio 1955 donò la sua collezione al Museo Civico di Torino.
Bibliografia
Forni S., 2002, p. 152,
Fava A.S., Africa, America, Oceania. Le collezioni etnologiche del Museo Civico di Torino. Storia delle collezioni etnologiche del Museo Civico di Torino, 1978, p. 45,
Ballarini, R., Armi bianche dell'Africa nera, 1992,
Sothersby’s France, Art Africain et Océanien : vol. II, 2004,
Herbert E.W., Beauté Fatale: Armes d'Afrique Centrale, 1994,
Hersak, Dunja, Masks and figure sculpture of the Songye of Eastern Kasa, 1981,
Marquet, E., Outils de forge du Congo, du Rwanda et du Burundi dans les collections du Musée royal de l'Afrique centrale à Tervuren in Annales du Musee royal de l'Afrique Centrale. Sciences humaines. Nouvelle serie in 4 , 5, 1965
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