Collezioni
Trittico degli Embriachi
Larghezza 13,5 cm
Lunghezza 75 cm
Con le sue imponenti dimensioni l'altarolo si pone come elemento di raccordo tra gli altaroli portatili, destinati alla devozione privata, e la produzione di carattere monumentale della bottega fondata a Firenze da Baldassarre Embriachi. Grazie alla presenza dello scultore Giovanni di Jacopo, verso il 1370-1380 la bottega si specializzò nella produzione di oggetti in osso e avorio, trasferendosi poi a Venezia.
Per la ricercata composizione architettonica delle scene e la ricchezza della decorazione il trittico pare esulare dalla produzione corrente destinata al mercato, avvicinandosi piuttosto alle opere eseguite su committenza particolare, come il dossale d'altare commissionato sullo scorcio del Trecento da Gian Galeazzo Visconti per la Certosa di Pavia o il dossale d'altare offerto ai primi del Quattrocento dal duca Jean de Berry all'abbazia di Poissy, oggi al Louvre. Per l'impianto generale si può confrontare al trittico con storie dell'infanzia e della Passione di Cristo conservato al Musée de Cluny, acquistato dal duca di Borgogna Filippo l'Ardito per la Certosa di Champmol intorno al 1394.
La provenienza dalle raccolte sabaude, dove potrebbe essere entrato fin dai tempi di Amedeo VIII, attesta il successo incontrato da questa produzione presso le principali corti europee.
cfr. il Trittico del Tesoro nel duomo di Mildeshein; Michaela Burek, Dei Fiesole Altar in Danshatz in Mildeshein, Vutersu Chungeu zur Technologie veu Jatarsieu und Malerei des Quattrocento Stoccarda, 1989 e M. Burek, Fiesole Altarr, in Kirchenkunst des Mittelaters. Erhalteu und Erforschen, catalogo della mostra a cura di M. BRANDT, Mildeschein, 1989, catalogo n. 14, pagine 245/264
L'opera è stata studiata da Michele Tomasi nella tesi di laurea "Ex ebore subtilissime et artificiosissime sculta: ricerche sulla bottega degli Embriachi", pubblicata in "Monumenti d'avorio. I dossali degli Embriachi e i loro committenti", Edizioni della Normale, Pisa 2010.