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Disegno
1728
Penna e pennello, inchiostro bruno, acquerello e tracce di matita su carta bianca
1731/DS
Altezza: 225 mm, Larghezza: 335 mm
fantasia architettonica
Juvarra Filippo
Vol. 1, p. 21, disegno n. 31 con fantasia architettonica
Compiuta la sua prima formazione presso la bottega d'argentiere del padre a Messina, Filippo Juvarra si trasferì a Roma nel 1704. Nella città papale si inserì in un contesto spiccatamente internazionale che gli permise di sviluppare il suo talento precoce per l'architettura.Nel 1705 vinse il primo premio al concorso Clementino, indeto all'Accademia di San Luca, ed entrò al servizio del cardinale Ottoboni, per il cui teatro iniziò a produrre scenografie originalissime. Nel 1714 fu chiamato a Torino da Vittorio Amedeo II, da un anno re di Sicilia, come primo architetto di corte. Iniziò così una fervida collaborazione che portò al rinnovamento del volto della capitale sabauda. Cresciuta sugli esempi del Barocco e dei monumenti antichi romani e arricchita dall'esperienza di scenografo teatrale, l'architettura di Juvarra divenne lo strumento più efficace per dar vita all'ambizioso progetto di ampliamento e di rinnovo della città voluto dal sovrano. Juvarra non si limitava alla progettazione architettonica dei suoi edifici, ma ne seguiva personalmente la decorazione, dirigendo una folta équipe di pittori, stuccatori, scultori e intagliatori. Famoso in tutta Europa, nel 1735 fu chiamato alla corte di Spagna per erigere a Madrid un'immensa reggia, ma la morte lo colse un anno dopo.

Il disegno appartiene alla raccolta di disegni dell’architetto, suddivisa e ordinata già nel Settecento in quattro album: nel 1921 il Museo acquistò i primi due, provenienti dall’archivio di Carlo Emanuele III, poi divenuti proprietà del conte Seyssel d’Aix e quindi giunti alla Piccola Casa della Divina Provvidenza; nello stesso anno Angelo Reycend e Giovanni Chevalley donarono gli altri due. I primi due volumi contengono disegni architettonici e scenografici che coprono tutta la permanenza di Juvarra a Torino; il terzo comprende invenzioni di monumenti funerari dedicati a personaggi illustri che Juvarra frequentò a Roma e ai condottieri militari che parteciparono alla guerra di successione polacca nel 1734; infine il quarto, databile come il precedente verso il 1735, riposta disegni che illustrano motivi ornamentali e suppellettili da parata. Gli album costituivano non solo delle raccolte di modelli, ma anche dei repertori da presentare ai committenti.

Questo disegno è il n. 31 del I volume. L’impostazione spettacolare deriva dalle esperienze di scenografia acquisite da Juvarra durante il soggiorno a Roma, ma la concezione dello spazio, lo slancio verticale e la permeabilità atmosferica rimandano ai concetti architettonici espressi a Torino nello scalone di Palazzo Madama e nella sala centrale del castello di Stupinigi. L’immediatezza del segno, la trasparenza essenziale dei rapporti di luce e ombra, mostrano la geniale versatilità dell’artista nella creazione grafica.
Il Museo Civico di Arte Antica di Torino. Opere scelte, 2006, p. 92,
Palazzo Madama. Guida breve, 2010, p. 86,
Palazzo Madama. Guida, 2011, pp. 175-176