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Bibbia
1280
tempera; inchiostro su pergamena; legno; pelle
0454/M
Altezza: 390 mm, Larghezza: 245 mm, Profondità: 110 mm
Bibbia bolognese manoscritta su pergamena, carte 457, modulo di due colonne in minuscola gotica con titoli correnti, iniziali e divisione delle colonne filigranati. 44 iniziali figurate con drolerie e decorazioni a lunghe foglie (cc. 6r, 24r, 38v, 83v, 96v, 97v, 114r, 128r, 132r, 148r, 162v, 178v, 179v, 184r, 193v, 205r, 205v, 216r, 219v, 221r, 229r, 248r, 271r, 296r, 298v, 302r, 325r, 337v, 338v, 344r, 358r, 370r, 384r, 393v, 408v, 422r, 427v, 444r, 445v, 447r, 448r, 449v, 450r). Legatura composta da due tavolette in legno, già rivestite di cuoio.
Legatura su assi in legno di conifera con orientazione verticale spesse mm 15 bisellate esternamente sui quattro lati. Due intaccature rettangolari con inizio sul bordo esterno del piatto superiore ospitano le estremità di due fibbie fissate con quattro chiodini a testa piatta; sul piatto inferiore traccia di fermaglio metallico con contrograffa. Il dorso presenta otto nervi doppi paralleli in pelle allumata che penetrano nel labbro interno dell'asse attraverso fori con preparazione ellittica e forma rotonda; gli alloggiamenti sulla faccia interna dei piatti sono rettangolari, allineati, paralleli; i nervi sono fissati all'estremità con cunei di legno a base quadrata.

Della coperta originale colorata in rosso si conservano pochi lacerti incollati sulla faccia interna delle assi; la coperta del dorso è mancante. Tracce di pergamena manoscritta incollata sul piatto superiore.

È l’unico manoscritto duecentesco all’interno della raccolta di codici miniati del museo costituitasi alla fine dell’Ottocento e ricca di testimonianze del XV secolo. Le sue miniature, di notevole qualità, vanno ricondotte ad un miniatore bolognese della seconda metà del XIII secolo, con una formazione che tiene conto della cultura bizantineggiante emiliana (per i panneggi e le fisionomie delle figure), e del nuovo linguaggio gotico cavalleresco di matrice francese (le scene di guerra dell’Antico Testamento trasformate in giostre medievali); mentre le belle drôleries (scenette di genere, animali, figure buffonesche) disseminate lungo il testo costituiscono un tratto tipico della miniatura bolognese del Duecento. Il codice esemplifica assai bene la situazione della Valle Padana nel XIII secolo, un’area nella quale poterono incontrarsi e dar luogo a significativi incroci - in pittura, scultura, oreficeria e miniatura - la cultura figurativa bizantina e quella occidentale.
Federici C., La legatura medievale, 1993,
Pettenati S., Alcuni codici bolognese del XIII secolo della Biblioteca Nazionale di Torino, 1979, p. 0342,
Francesco Malaguzzi, Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Legature, 2011, p. 25,
Conti A., La miniatura bolognese. Scuole e botteghe 1270-1340, 1981, p. 28,
Castelfranco G., "Bologna". Contributi alla storia della miniatura bolognese del '200, 1935,
Il codice miniato, 2006, 21, 28, 35, 38, 48,
Schoenburg Vailati G., La miniatura Italiana in età romanica e gotica. Alcuni codici bolognesi del XIII sec. della Biblioteca Nazionale di Torino, 1979, pp. 32-342