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XV secolo primo quarto
oro sbalzato, cesellato e inciso a bulino; smalto en ronde-bosse; cristallo di rocca
721
Altezza: 7,6 cm
Madonna col Bambino e angelo
ignoto pittore piemontese
Il medaglione, di forma ovale, presenta due sportelli in cristallo di rocca: quello anteriore racchiude l'immagine della Madonna col Bambino a mezzo busto fuoriuscente da una nuvola, realizzata in oro a sbalzo; quello posteriore protegge un piccolo ricettacolo in forma di croce contenente alcuni frammenti lignei riferiti alla Vera Croce. Il fondo della cornice su questo lato è decorato a bulino con un motivo a tratteggio e ospita un bel tralcio di foglie di vite a tre punte (vignettes), ciascuna delle quali suddivisa a sua volta in tre punte più piccole, realizzate in oro sbalzato e cesellato. Sulla sommità del pendente è fissato un angelo, anch’essa in oro a sbalzo, cava all’interno, la cui posizione anomala (dà le spalle alla Vergine) è sicuramente frutto di un rimaneggiamento dell’oggetto.
L'opera, di notevole qualità, proviene dalla collezione di Louis de Beauveau (1409-1462), poi proprietà della famiglia Beauveau fino alla prima metà del XX secolo; fu venduta all’asta presso Sotheby’s Londra l'11 dicembre 1986, per la cifra di £ 50.000, all’antiquario londinese S. J. Phillips, che l'ha in seguito ceduta a un collezionista belga dal quale è stata acquistata per il Museo.

Si tratta di una delle rare testimonianze superstiti - ne sono note in tutto circa una quarantina - della raffinatissima tecnica dello smalto en ronde bosse su oro, eleborata a Parigi presso le botteghe degli orafi attivi per i Valois, per i duchi Jean de Berry e Luigi d’Angiò intorno al 1400. Il medaglione presenta tutte le caratteristiche tipiche di questa produzione, osservabili sui pezzi più celebri oggi noti, quasi tutti recentemente esposti alla mostra parigina "Paris 1400. Les arts sous Charles VI": l’utilizzo di smalto bianco opaco per i volti, di smalto verde traslucido e "rouge cler" per le vesti e i loro risvolti, il motivo decorativo dei fiori blu costituiti da pallini accostati e realizzati in smalto dipinto sulla veste dell’angelo, i capelli lasciati in oro a vista, la capigliatura a boccoli per l’angelo, l’aureola raggiata ricavata da una foglia d’oro ritagliata “en rais de soleil” per la Vergine, il tralcio naturalistico di “feuilles trifides” sulla cornice della teca. La cornice del medaglione doveva verosimilmente presentare, sulla faccia anteriore, una serie di perle e pietre preziose oggi perdute, come si vedono sui gioielli quattrocenteschi di questa tipologia conservatisi fino ad oggi

Se la tipologia e le tecniche impiegate rimandano alla produzione squisitamente parigina, i dati stilistici indirizzano piuttosto verso la Francia meridionale, origine che pare trovare conferma nella provenienza storica dell’oggetto, appartenuto a Louis de Beauveau, senescalco alla corte di re Renato d’Angiò verso la metà del Quattrocento, personaggio colto cui si deve, tra l'altro, la traduzione in francese del “Filostrato” e della “Teseide” di Boccaccio.
Lightbown R. W., Mediaeval European Jewellery, with a catalogue of the collection in the Victoria and Albert Museum, 1992, pp. 215-216,
Capraro S., Acquisti e doni (2002-2010), 2011, p. 169,
Kovács E., L'âge d'or de l'orfèvrerie parisienne au temps des princes de Valois, 2004, pp. 234-235