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WORDS AND STARS. Grazia Toderi e Orhan Pamuk – installazione – PROROGATA AL 29 MARZO 2017

  • Mostra
  • 4 Novembre 2016 - 29 Marzo 2017
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Grazia Toderi e Orhan Pamuk
Words and Stars

Palazzo Madama - Torino, dal 4 novembre 2016 al 16 gennaio 2017
Inaugurazione: 4 novembre, dalle ore 17.00 alle 19.00
Infini.to - Planetario di Torino - Pino Torinese, 5 e 6 novembre 2016
proiezione alle ore 18.30 – 19 – 19.30
Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto - Rovereto, dal 2 aprile 2017 al 2 luglio 2017 
apertura al pubblico: 2 aprile dalle ore 10.00

Words and Stars (2013-2016) è una collaborazione poetica tra un’artista visiva e uno scrittore. Grazia Toderi e Orhan Pamuk insieme hanno creato un’opera d’arte che esplora le affinità esistenti tra ingenue domande metafisiche e la gioia di guardar le stelle. Possono i nostri pensieri essere confrontati a lontane stelle in movimento? Esiste un collegamento visivo tra i paesaggi della nostra mente e il cielo sopra alle città?
Il progetto nasce nel 2013, quando Orhan Pamuk decide d’invitare Grazia Toderi a ideare insieme un’opera d’arte per il Museo dell’Innocenza da lui creato ad Istanbul. In tre anni di lavoro, le conversazioni, gli incontri e l’intenso scambio di corrispondenza tra l’artista italiana e lo scrittore turco hanno portato alla realizzazione di Words and Stars, una trilogia composta da otto proiezioni video che sarà presentata al MART di Rovereto nell’aprile del 2017.
Grazie all’invito di Infini.to – Planetario di Torino, il moderno Science Centre sulla collina a pochi chilometri da Torino, si è aggiunta un’opera realizzata specificamente per lo spazio della cupola del Planetario, che sarà presentata il 5 e 6 novembre 2016, mentre un piccolo ma raffinato intervento visivo sarà esposto dal 4 novembre 2016 al 16 gennaio 2017 grazie al Museo d’arte antica di Palazzo Madama a Torino.
All’interno del Planetario Words and Stars prende l’aspetto di una proiezione video a 360 gradi su schermo emisferico. Il pubblico si trova all’interno di un globo nel contempo celeste e terrestre, dagli incerti confini, dove la scrittura di Orhan Pamuk appare e scompare sullo sfondo notturno della città di Istanbul, le cui luci si trasformano in possibili costellazioni nelle immagini create da Grazia Toderi.
A Palazzo Madama, l’intervento di Grazia Toderi e Orhan Pamuk dialoga con un’opera d’arte antica dell’ebanista Pietro Piffetti (Torino 1701 – 1777): un piccolo planetario realizzato in legno e avorio a metà Settecento, un modellino con elementi mobili che rappresenta il dinamismo tra Sole, Terra, Luna e i pianeti. Il planetario è intagliato in legno e intarsiato in avorio con figure che tutt’intorno raffigurano i segni zodiacali. Un oggetto usato durante le lezioni di astronomia come strumento didattico per le dimostrazioni sperimentali con gli allievi. In ambito anglosassone viene definito Orrery (termine riferito a Charles Boyle, quarto conte di Orrery, che fece realizzare il primo planetario del genere nel 1704) e questo conservato a Palazzo Madama di Torino fu costruito dall’ebanista piemontese sulla base delle indicazioni a lui fornite dal fisico francese Jean-Antoine Nollet, chiamato a Torino per sei mesi nel 1739 a tenere un corso di fisica per il principe Vittorio Amedeo, figlio di Carlo Emanuele III di Savoia e futuro re di Sardegna.
Grazia Toderi e Orhan Pamuk hanno inserito tridimensionalmente e racchiuso in una grande teca a Palazzo Madama otto immagini dalla forma circolare e ovale da avvicinare al piccolo planetario ligneo, scegliendo di lasciarlo smontato così come è stato ritrovato (in futuro sarà restaurato), per sottolinearne la natura fortemente enigmatica, come enigmatica rimane la visione delle stelle.

Words and Stars è a cura di Guido Curto e Clelia Arnaldi di Balme per la mostra al Planetario e a Palazzo Madama di Torino, e di Gianfranco Maraniello al Mart di Rovereto.

Grazia Toderi - Nata a Padova nel 1963, dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna si trasferisce nel 1992 a Milano. Dal 2005 vive tra Milano e Torino. Ha partecipato a mostre collettive e a rassegne importanti come la Biennale di Venezia, nel 1993, 1999 (tra le vincitrici del Leone d'Oro) e 2009, le Biennali di Istanbul (1997), Sydney (1998), Pusan (2000 e 2002), Pontevedra (2004) e New Orleans (2011). Tra le mostre personali in musei pubblici segnaliamo: Castello di Rivoli (1998), Museo Serralves, Oporto (2010), Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Smithsonian Institution, Washington D.C. (2011), Maxxi, Roma (2012), John Curtin University Gallery, Perth (2013), MIT Museum, Boston (2016).

Orhan Pamuk - Nato nel 1952 a Istanbul, nel 2006 ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura. In Italia ha pubblicato da Einaudi tutte le sue opere, tra cui ricordiamo Il mio nome è rosso (2001), Neve (2004), Istanbul (2006), Il Museo dell'innocenza (2009), Il Signor Cevdet e i suoi figli (2011), L'innocenza degli oggetti (2012) e La stranezza che ho nella testa (2015). Le storie di Pamuk indagano l'anima malinconica della sua città natale alla scoperta di nuovi simboli per rappresentare scontri e legami fra diverse culture. Ha fondato a Istanbul un vero e proprio museo che accoglie gli oggetti accumulati da Kemal, protagonista de Il museo dell’innocenza, a memoria della sua ossessione amorosa per la giovane Füsun.

Pietro Piffetti - Nato a Torino nel 1701 e morto nel 1777. Ha un primo periodo di formazione a Roma, durante il quale entra in contatto con i lavori del francese Pierre Daneau, attivo in città, che esercitano su di lui una grande influenza. Richiamato in patria, nel 1731 viene nominato primo ebanista di corte del re Carlo Emanuele III. In quasi cinquant’anni di attività Piffetti produce mobili e oggetti di formidabile raffinatezza e abilità tecnica, destinati alle residenze di corte e alle dimore aristocratiche. I suoi intarsi in avorio, tartaruga, metalli e legni pregiati, portano la produzione dell’ebanisteria piemontese del Settecento ai massimi livelli.