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Anteriore al 1955
ferro e pelle
257/AR
Altezza: 74 cm, Larghezza: 22 cm, Lunghezza: 16,2 cm, Lunghezza: 22,5 cm
pittore piemontese
Ferro multipunte da lancio
Arma multipunta da lancio in ferro composta da un fusto centrale dritto e da due lame. La prima lama, situata nel terzo quarto dell’oggetto, è perpendicolare al fusto centrale. La seconda lama costituisce il prolungamento del fusto centrale e si incurva prima in avanti e poi in indietro.

Il codolo è rivestito da strisce di pelle intrecciate volte a dare spessore e agevolare la presa.

Su un lato l’oggetto presenta due motivi decorativi incisi. Il primo è composto da lineette disposte a spina di pesce, il secondo è composto da semicerchi e linee rette alternate.



L’oggetto è un ferro da lancio che appartiene alla cosiddetta categoria “a F”. Si tratta di una tipologia di arma diffusa solamente nel continente africano nell’area subsahariana che comprende il bacino del fiume Congo, il Gabon e il Sudan e che assume diversi nomi regionali a seconda della provenienze o della forma, come mambele, ngwolo e kipinga.

I ferri da lancio venivano portati a caccia o in guerra. L’arma veniva impugnata con una mano e orientata in modo che le lame fossero in asse verticale o orizzontale con il braccio. In seguito, veniva lanciata da fermi con l’obiettivo di colpire dei bersagli ad una distanza compresa tra i 20 e i 50 metri. Oltre al loro utilizzo bellico, i multipunte da lancio erano sfoggiati in occasioni pubbliche, scambiati e utilizzati come moneta. Durante il periodo coloniale, queste armi vennero realizzate in gran numero per il mercato europeo con fogge e dimensioni sempre nuove per rispondere alla domanda di oggetti considerati insoliti da inserire nelle collezioni museali.



Il bene appartiene al corpus di 185 oggetti donati al Museo da Tiziano Veggia (1893-1957). Veggia lavorò come ingegnere nel Congo Belga per la Compagnie du Chemin de Fer Bas Congo-Katanga (1919-1936) e per l’Otraco (1936-1951), affiancando alla sua attività lavorativa la pratica del collezionismo. Nel maggio 1955 donò la sua collezione al Museo Civico di Torino.
Fava A.S., Africa, America, Oceania. Le collezioni etnologiche del Museo Civico di Torino. Storia delle collezioni etnologiche del Museo Civico di Torino, 1978, pag. 45,
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